giovedì 29 ottobre 2015

Sanità pubblica?!....andrebbe tutto rivisto

Oggi vi racconto, ahimé, una serie di episodi che mi sono capitati in questi giorni a seguito di un infortunio...nulla di nuovo...ma una testimonianza in più!
Il 18 ottobre scorso, arbitrando una partita di rugby, mi sono accidentalmente stirato il muscolo peroneo destro; sensazione bruttissima soprattutto quando ti rendi conto che non puoi più camminare, guidare ecc. Rientrato a casa, dopo cena, pensando si trattasse di uno sforzo eccessivo, ho assunto un anti infiammatorio sperando in un pò di sollievo. Mi sbagliavo. Verso le 22.00, accompagnato da mia moglie, ho varcato le porte della Guardia Medica che, assai scocciata del disturbo, mi iniettava voltaren con annesso dolore da puntura e conseguente livido. Ma la soluzione è ancora lontana. Passata la mezzanotte  raggiungo il Pronto Soccorso sempre più dolorante. Mi avviano una flebo antidolorifica parcheggiandomi su una sedia a rotelle. E fin qui, nulla di strano ma da qui in poi iniziano le avventure ospedaliere. Non passando il dolore, dal Pronto Soccorso vengo portato in Ortopedia per una consulto specialistico. E' notte. L'ortopedico forse stava sonnecchiando. Visita rapida proponendomi due alternative: attendere che si sgonfi la gamba e passi il dolore oppure, incisione nella fascia muscolare per decomprimere e far sparire subito il dolore. A specifica domanda la risposta fu: "Se vuoi ti incido io ora, Ti sparisce il dolore che hai ma poi ti rimarrà il dolore della ferita!" Capirete che sono rimasto un pochino pensieroso a queste parole e ho optato per aspettare gli sviluppi. L'ortopedico mi invita, qualora nella mattinata successiva il dolore non fosse diminuito, a tornare in ambulatorio per ulteriori controlli. E così è successo. Poche ore dopo, tornato in ambulatorio ortopedico, racconto i fatti accaduti fino al momento della proposta di incisione muscolare. La dottoressa ortopedica del momento, sbarrando gli occhi, mi dice che il suo collega è un pazzo e che quelle non solo soluzioni. Attesa la mancata delicatezza nel giudicare e sputtanare un collega del proprio reparto, vi potete immaginare il mio stato piscologico di fronte a simili affermazioni: e se avessi accettato di farmi tagliare nella notte? ma chi avrà ragione dei due? 
Dopo la visita, la dottoressa in questione mi prescrive punture a go go e un controllo a fine settimana. Ma i dolori non passano, anzi! La sera sono di nuovo in Pronto Soccorso; manca la sensibilità al piede, ginocchio polpaccio e piede sono gonfissimi, i dolori assurdi. L'unica posizione che mi da sollievo è, stranamente, quella in piedi. Sto soffrendo molto! In Pronto Soccorso c'è diversa gente e alcuni codici rossi: chissà quanto devo aspettare. Esce dal triage l'infermiere, è lo stesso della notte precedente, mi riconosce, mi fa entrare e mi fa visitare subito. Racconto nuovamente tutto al medico di guardia e questi, molto gentilmente, mi invia di nuovo in ortopedia. Trovo un altro ortopedico (e siamo a 3). Quest'ultimo molto tranquillo, pacato ed educato, mi visita girandomi e rigirandomi come un calzino. I dolori però sono fortissimi. Mi somministra un antidolorifico adeguato al mio peso, cosa che finora nessuno aveva considerato, e continua la visita. Inizio a stare meglio. Dopo una soddisfacente visita speciastica, mi prescrive un'ecografia urgente l'indomani mattina. 
Sono di nuovo in ospedale, incontro l'ortopedico della notte che mi chiede come sto. Lui sta smontando dal turno di notte. Mi ricontrolla al volo nella hall davanti al C.U.P. rassicurandomi di aver già avvisato i suoi colleghi di visitarmi subito dopo l'eco. Pago il ticket. Vado in radiologia. Al box registrazione due operatori, uno invalido l'altra no. Cazzeggiano. E io come un coglione aspettando. Quando finalmente riesco ad interagire con loro, mi fanno capire che forse questa eco, non me l'avrebbero fatta: ma se è prescritta d'urgenza da reparto a reparto, per quale motivo non dovrebbero farmela?
Ebbene, l'ecografo ha detto che non era urgente considerato quanto avesse scritto l'ortopedico, non avrebbe scritto che c'era pericolo di morte. Grattatina alle palle e di nuovo in viaggio verso il CUP per prenotare l'eco. Ma prima decido di passare di nuovo in ambulatorio ortopedico. Spiego l'accaduto e il medico (il 4° ortopedico incontrato in due giorni) mi dice che lui non può farci nulla e di andare a prenotarla. Inutile dirlo...i tempi sono biblici. Mi reco quindi all'URP
dell'ospedale rimostrando il disagio. Il personale di quell'ufficio, mi accompagna nuovamente in sala ecografia e alla fine patteggia la visita per il venerdì successivo, giustificando che tanto occorreva attendere che gli arti si sgonfiassero...E finalmente, dopo notti passate insonni sul divano, arriva il tanto atteso venerdì. Ecografia: nessun pericolo di trombosi, nulla di rotto, ispessimento della fascia muscolare con edema annesso. E vai di nuovo in ortopedia. Ed ecco il quinto specialista ortopedico: è il primo gorno dopo il viaggio di nozze, ha la testa altrove, è veramente a cazzi suoi. Mi fa solo sollevare la gamba del pantalone, mi dice che non ho nulla e mi prescrive una visita chirurgo vascolare per chiarire la posizione e l'eventuale terapia dell'edema. Torno al CUP. Pago il consulto ortopedico e chiedo di prenotare la nuova visita.....AGOSTO 2016!
Inizio a sclerare e la tipa del CUP, con molta pazienza mi fa notare che l'ortopedico non ha indicato il tipo di urgenza. Torno in ambulatorio ortopedico ormai alterato e nervoso. L'infermiera glissa e prendendomi l'mpegnativa torna dal medico che barra la lettera "B". Mi riconsegna l'impegnativa dicendomi "Con la lettera B entro 3 giorni gliela devono fare!". Torno al CUP, stessa tipa allo sportello, ripresento l'impegnativa e questa impiegata: "Questi non hanno ancora capito nulla, la lettera B significa entro 30 giorni non entro 3gg. Non barrano la lettera U (urgente entro 3gg) perchè qualora l'azienda ritenesse ingiustificata l'urgenza, gli addebitano i costi degli esami." Nel frattempo è arrivata anche mia moglie. La ragazza al CUP capisce che sono alquanto incazzato e, molto cortesemente, chiama in reparto prospettando il caso. Mi fanno salire subito. Pago anche quell'impegnativa e salgo al 9° piano. Mia moglie mi precede e bussa all'ambulatorio anticipando la situazione e nel frattempo, sempre in stampelle, arrivo io. La dottoressa di chirurgia vascolare esordisce così: "Questa è carta straccia. Non c'è nemmeno la sospetta diagnosi. Non me ne faccio nulla! La lettera B comunque rappresenta i 30 giorni di tempo!" 
E lì inizio a urlare imprecando a destra e a manca. 
Mi fanno sedere in quanto eccessivamente agitato e mia moglie torna in ambulatorio ortopedico a farsi modificare l'impegnativa. Ma il medico stavolta non c'è; ricordate? è appena rientrato dal viaggio di nozze...è a cazzi suoi! Finalmente arriva e modifica quel foglio.
Mia moglie risale e mi fissano per oggi, 29.10.2015 ore 16.30, questa visita. 
Oggi vedremo cosa succede! 

Vi faccio una domanda...provate ad immaginare una persona anziana e sola che viene sbattuta in questo vortice! Come ne può uscire? Se il destino non l'assiste, sicuramente morta!

Sempre più schifato!